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TZIPI LIVNI, DAL MOSSAD AL RUOLO DI PREMIER IN ISRAELE

Foto di Tzipi Livni
“E’ probabilmente l’ultima persona a cui chiunque chiederebbe la ricetta di una torta”.


 “E’ probabilmente l’ultima persona a cui chiunque chiederebbe la ricetta di una torta”. Il quotidiano israeliano Ha’aretz dà bene l’idea di che tipo sia Tzipi Livni: è una donna, ma agisce come un uomo; è bella, ma si comporta come se non lo fosse; è moglie e madre, ma è fermamente decisa a tenere marito e figli lontani dalla ribalta della politica. La riservatezza, del resto, è una delle doti di Tzipi Livni, vincitrice delle primarie del partito centrista Kadima e possibile futuro primo ministro di Israele, e non potrebbe essere altrimenti, visti i suoi trascorsi come agente del Mossad, che ha tenuto nascosti per quasi trent’anni. La rivelazione, arrivata pochi mesi fa, aveva subito fatto vedere con occhi diversi questa bionda signora cinquantenne, dalla carriera politica breve ma tutta in ascesa, nella scia di Ariel Sharon: eletta in Parlamento per la prima volta nel 1999 con il Likud, il partito di destra, poi dal 2001 più volte ministro con Sharon, che ha seguito anche quando ha lasciato il Likud per fondare Kadima, il partito più moderato. 

Fino a dieci anni fa, Tzipi era un avvocato esperto di diritto pubblico e commerciale a Tel Aviv, sposata con un contabile e madre di due bambini, e nessuno sapeva del suo passato nel servizio segreto: era entrata nel Mossad a 22 anni, dopo aver lasciato l’esercito con il grado di tenente, grazie alla famiglia, ben conosciuta negli ambienti nazionalisti (il padre e la madre erano stati entrambi combattenti dell’organizzazione clandestina Irgun).

Di Marialetizia Mele                                                                                www.affaritaliani.it




22 settembre 2008

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