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SE NON ORA, QUANDO?

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Molte le donne che questo pomeriggio hanno partecipato alla mobilitazione SE NON ORA, QUANDO? Donne stufe di sentirsi spesso oggetto e ancora troppo poco soggetto della vita politica; politica nella sua accezione originale e non come luogo dove si producono nuovi analfabetismi attraverso vecchi sistemi. Le donne escluse da qualsiasi luogo decisionale continuano, e ora più che mai, a ricoprire ruoli marginali, vestite di niente e considerate ancor meno. La televisione, grande agorà, in cui tutto è ammesso, in cui tutto è esposto, dalla quale vengono lanciati messaggi, vengono perpetuati atteggiamenti, comportamenti e purtroppo da tutto questo la donna ne esce profondamente offesa.

In questa nostra grande, bella Italia non c'è spazio per le donne; nell'anno del suo centocinquantesimo anniversario e in pieno terzo millennio – nella nostra penisola - le donne sono costrette a sfilare per le vie affinché possano essere riconosciute, affinché possano dare voce alla loro insofferenza, per denunciare che non sono affatto come vengono convenientemente dipinte, che il vero coro è composto da persone intelligenti, colte, indipendenti. Persone che hanno anche un corpo che non è merce di scambio per l'autodeterminazione, non è luogo di trasgressione e di controllo del potere, non è più oggetto del concetto dicotomico donna/madre o donna/prostituta, ma è semplicemente rappresentativo di un genere che vuole affermare la propria idea di libertà, di qualità, di relazione.

Oggi molti anche gli uomini che hanno superato l'indifferenza e il pregiudizio, si sono uniti alle donne con la comune convinzione di dover dare una visione diversa della realtà. Tutti insieme hanno gridato BASTA, stanchi della fissità dei ruoli nella scena pubblica e coscienti che la libertà di entrambi passa da una doverosa pratica collettiva di trasformazione della società.

“..E pensare che esisteva il pensiero che riempiva anche nostro malgrado le teste un po' vuote..” cantava Gaber qualche anno fa, ma oggi la nostra città, insieme a tante altre città italiane è riuscita a dimostrare che il popolo delle donne e degli uomini pensa... e tra le tante cose pensa e grida VERGOGNA...



Stefania Nappini


13 febbraio 2011

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