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L'ADDIO DA TUTTO IL MONDO A MIRIAM MAKEBA, SIMBOLO DI LOTTA CONTRO OGNI RAZZISMO

foto miriam makeba
“La scomparsa di Miriam Makeba lascia un vuoto immenso dentro ognuno di noi. Il suo impegno civile e politico e la sua musica rappresentano un messaggio universale".


 “La scomparsa di Miriam Makeba lascia un vuoto immenso dentro ognuno di noi. Il suo impegno civile e politico e la sua musica rappresentano un messaggio universale". Sono queste le parole commosse del vice presidente del Senato, Vannino Chiti, che così celebra la memoria della cantante scomparsa a Castel Volturno la scorsa notte. "La sua morte - sostiene Chiti - ci consegna un messaggio politico, interrogando ognuno di noi, perché la battaglia contro la criminalità organizzata non abbia mai fine" e ci ricorda come la sua voce "sia stata mito, grido di protesta, intensamente africana, simbolo di una lotta contro ogni razzismo, ingiustizia e a favore dei diritti umani Makeba, per tutti "Mama Africa", dopo un'esistenza spesa per l'impegno civile, si è spenta all'età di 76 anni, a Castel Volturno, luogo-simbolo della lotta alla criminalità, dove aveva preso parte, nonostante le difficili condizioni di salute, al concerto anticamorra a sostegno dello scrittore Saviano. Makeba ha lottato tutta la vita contro il regime dell'apartheid che ha dilaniato la sua terra, il Sudafrica,attraverso un lavoro costante, che le è valso anche la carica di delegata delle Nazioni Unite. Il suo impegno contro la segregazione razziale, amplificato anche dalla sua notorietà come cantante, ha però provocato la reazione del governo sudafricano che, nel 1963, in pieno apartheid, la costringe all'esilio e mette al bando tutti i suoi dischi. Per tornare in Sudafrica, Miriam Makeba ha dovuto attendere 30 anni: soltanto nel 1990, infatti, Nelson Mandela l'aveva convinta a tornare nella terra natia.  Durante il suo vissuto in America Makeba ha inciso le canzoni più conosciute del suo repertorio: Pata Pata, The Click Song e Malaika. Nel 2005 ha dato il suo addio alle scene con un tour indimenticato e indimenticabile, che ha toccato tutti i Paesi del mondo nei quali si era esibita. Ma anche per il suo estremo saluto, il destino ha voluto che salisse su un palco. Il palco di Baia Verde, a Castel Volturno, che ha abbracciato ed emozionato un'ultima volta con la sua voce, il suo impegno, la sua instancabile lotta per i diritti civili. Oggi tutto il mondo la piange, a cominciare proprio da Mandela, che l'aveva definita "una delle madri della lotta all'apartheid". "E' stata la first lady sudafricana della canzone e merita il titolo di 'Mama Africa'. E' stata la madre della nostra battaglia e della nostra giovane nazione", ha scritto Mandela in un comunicato. "Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell'esilio che provò per 31 lunghi anni" ha scritto il simbolo della lotta alla segregazione razziale. "Allo stesso tempo, la sua musica diffondeva un profondo senso di speranza". L'ex presidente ha però anche osservato quanto sia stato "giusto" che gli ultimi momenti di vita di Miriam Makeba siano passati proprio sul palcoscenico.  Ancora,  Desmond Tutu descrive "Mama Africa" come un usignolo. In un comunicato l'arcivescovo sudafricano attivista ha detto che il mondo era stato reso "migliore dalle sue canzoni e ora ci sentiamo poveri a causa della sua morte". Il ministro degli Esteri francese ne ha parlato come del "simbolo stesso dello spirito di resistenza: ieri dell'apartheid, oggi delle disuguaglianze e ingiustizie". Anche la Fao, attraverso il suo direttore generale, Jacques Diouf, ha reso omaggio alla cantante: "La sua improvvisa morte ha privato il mondo di una delle più impegnate fautrici del lavoro della Fao, ha dichiarato Diouf. "Per quasi un decennio, come ambasciatrice di buona volontà, Miriam Makeba ha sostenuto in prima persona la lotta della Fao per ridurre la fame e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più povere". "Mama Africa", ha aggiunto, "ha fatto sentire la sua voce contro la violenza, l'ineguaglianza e la malattia che ha portato molte persone, specialmente donne e bambini, a vivere in condizioni di estrema povertà. Ci mancherà la sua energia e la sua rispettosa preoccupazione per le persone più vulnerabili", ha detto Diouf. Miriam Makeba è stata ambasciatrice di buona volontà della Fao sin dal 1999. Nel corso degli anni, ha partecipato a una lunga lista di eventi organizzati dalla Fao, inclusi concerti per raccogliere fondi a favore dei microprogetti Telefood in Sudafrica, in Giamaica e in Spagna. La cantante ha partecipato attivamente alle campagne di comunicazione della Fao contro la fame, sia tramite interviste che attraverso messaggi pubblicitari. Nell'aprile 2001, Makeba ha visitato i progetti di post-emergenza della Fao in Mozambico, contribuendo così ad aumentare la visibilità e l'impatto delle attività della Fao in Africa. Nella sua ultima missione ufficiale a nome della Fao, nel marzo 2008, Makeba si è recata nella Repubblica Democratica del Congo per visitare i progetti di emergenza della Fao, realizzati per aiutare i sopravvissuti alle violenze e le persone sieropositive ad essere in grado di dar da mangiare alle proprie famiglie e recuperare i propri mezzi di sostentamento attraverso l`agricoltura.  In Sudafrica il ministro degli Esteri, Nkosazana Dlamini Zuma  ha scritto in un comunicato che "una delle più grandi cantanti del nostro tempo ha smesso di cantare". Il portavoce del ministero per le Arti e la Cultura, Sandile Memela, ha descritto Makeba come un'icona internazionale, la cui morte segna "una perdita enorme non solo per la società sudafricana, ma per tutta l'umanità". Le trasmissioni radiofoniche nazionali sono state sommerse da telefonate di comuni cittadini in lacrime per la scomparsa di 'Mama Africa', ricordata per il suo senso dell'umorismo e per il suo spirito indomito. Il cantante P.J. Powers ha dichiarato ai microfoni della radio 702 che la morte di Makeba "è una grande perdita", aggiungendo che aveva "una grande anima". I taxi circolano per le strade delle città sudafricane con la musica di Makeba a tutto volume, come ultimo tributo a "Mama Africa".

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12 novembre 2008

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