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CARLA BORGHESI: 'DALLA VIOLENZA SI PUÒ USCIRE'

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L'Assessora provinciale Carla Borghesi interviene in merito agli ultimi femminicidi avvenuti nei giorni scorsi

 

 L'Assessora provinciale Carla Borghesi interviene in merito agli ultimi femminicidi avvenuti nei giorni scorsi

"Ogni giorno le donne subiscono violenze - afferma l'Assessora alle Pari Opportunità della Provincia di Arezzo, Carla Borghesi - L'ondata rovinosa di femminicidi non si ferma, solo nell'ultima settimana abbiamo notizie di due donne uccise e di una donna che ha subito violenza davanti agli occhi dei figli adolescenti. Questo è ciò che sappiamo ma molto altro accade nel silenzio delle case e nell'omertà di chi vede. Vorremmo raccontarvi una storia diversa ma la realtà non ce lo permette. Tante, troppe donne non ce la fanno a sopravvivere ad un 'amore' finito, ad un marito, compagno, ex che non si rassegna. La violenza di genere non è solo un argomento aperto a discussioni e dibattiti o un problema privato che riguarda la sfera familiare, ma è una problematica sociale da affrontare in tutte le sue sfaccettature al fine di dare una risposta strutturale e non funzionale ex tempora. Il fenomeno della violenza non si risolve solo con il punire i colpevoli e proteggere le vittime, ma è importante intervenire sulla cultura affinché si prevenga ogni forma di discriminazione per rendere reale l'uguaglianza tra uomini e donne, pur nel rispetto delle reciproche diversità. Molto è stato fatto negli anni e il nostro territorio è sensibile al rispetto delle differenze - continua Carla Borghesi - Già dal 2002, anche grazie al ruolo delle istituzioni, sono stati creati gli Sportelli Ascolto Donna, punti di ascolto e di prima accoglienza per donne in situazioni di disagio gestiti in rete con il Centro Antiviolenza, Associazione Pronto Donna, unico in tutto il territorio provinciale. Servizi che offrono un supporto gratuito, sia psicologico che legale, oltre che dare loro l'opportunità di allontanarsi dalla propria abitazione, isolandosi (casa rifugio), oppure continuare a vivere la propria "normalità" cambiando momentaneamente l'indirizzo abitativo ed essere ospitate in una casa di prima accoglienza in attesa di prendere decisioni più definitive. La Rete presente nel nostro territorio ha dato vita ad un'azione di sistema ben funzionante, pur tuttavia perfettibile, e vede la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali a garanzia di una corretta e puntuale applicazione degli impegni assunti, ma anche per consentire una migliore analisi del fenomeno e dei suoi mutamenti attraverso l'individuazione di nuove strategie d'intervento per lo scopo comune di fuoriuscita della donna da una situazione di violenza: da una prima accoglienza fino ad arrivare all'attivazione di un eventuale iter giudiziario. Certamente l'introduzione del Codice Rosa è un altro imprescindibile tassello per poter conoscere e riconoscere una violenza di genere oltre che una violenza perpetrata su soggetti deboli. L'abbattimento delle barriere culturali stratificate dovute al retaggio di una società di stampo patriarcale è sicuramente l'aspetto più difficile da affrontare - conclude l'Assessora - ma una donna che vuole uscire da situazioni di disagio dovuto a violenza può uscire anche grazie ad appoggi istituzionali. Questo vuole essere un invito a tutte quelle donne che vivono quotidianamente soprusi a non perdere fiducia, in se stesse in primo luogo, ma anche nelle istituzioni che seppure in mezzo a mille difficoltà cercano di dare una risposta concreta ai bisogni del territorio e, nel caso specifico, alle vittime di violenza".




02 agosto 2013

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