8 marzo, Giornata Internazionale delle donne. Donne che si divertono, donne che adorano ricevere fiori, donne che amano essere amate. Tutte cose vere, ma una su tutte non va dimenticata, donne che vogliono e devono essere rispettate. Ogni giorno escono notizie che non ci confortano affatto, solo nell’ultima settimana tre donne sono morte per mano di un ex compagno che non accettava – o così almeno pare – di essere stato lasciato, di non avere più il potere su una donna che, armata solo del proprio coraggio, ha scelto la libertà. Autonomia pagata con la vita.
Le mille spiegazioni che ci possiamo dare non saranno mai sufficienti a giustificare questi gesti estremi. Gesti che fanno notizia, che vanno sui giornali, ma quanti soprusi, quante violenze, piccole o grandi che siano, accadono nel vissuto quotidiano di molte donne, che nel silenzio delle loro case non hanno possibilità di vivere - per paura - la loro normalità senza alternative, senza sogni.
L’8 marzo non è la “giornata del gentil sesso” e nemmeno la “festa della donna”, ma dovrebbe essere una giornata di contenuto e di riflessione senza le banalità che fanno della donna l’immagine decorativa di un sistema, è un giorno come un altro in mezzo ad altri 364, tutti giorni ottimi per andare a mangiare una pizza con le amiche e tirar tardi “a chiacchiera”.
Stefania Nappini