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PROSTITUZIONE, VIA LIBERA A DDL CARFAGNA MULTE E CARCERE PER LUCCIOLE E CLIENTI

Tra le sanzioni arresto da 5 a 15 giorni, ammenda da 200 a 3mila euro Caritas boccia il ddl. Save the children: preoccupa rimpatrio dei minori

ROMA (11 settembre) - Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge per contrastare la prostituzione messo a punto dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. La prostituzione in luogo pubblico è fenomeno di «allarme sociale». Come tale è reato e va punito, perfino col carcere, in egual maniera fra chi la esercita e chi se ne avvale. Questa la premessa del ddl (quattro articoli) predisposto da Carfagna insieme ai colleghi Angelino Alfano e Roberto Maroni. Obiettivo del governo, come recita il titolo del ddl, contrastare il fenomeno della prostituzione e non introdurre semplicemente una nuova regolamentazione. Il provvedimento vieta quella di strada: prostituirsi nei parchi, nelle strade, in aperta campagna sarà quindi vietato. Non si entra invece nel merito dell'esercizio in forme e luoghi «privati».

Il ddl, già annunciato prima dell'estate nell'ambito del pacchetto sicurezza (il suo impianto non ha subito modifiche rispetto alla stesura iniziale), introduce quindi due novità sostanziali: le sanzioni per i clienti e il divieto di prostituirsi nei luoghi aperti al pubblico.

Le sanzioni: pene più dure per chi sfrutta i minori. Le sanzioni ipotizzate prevedono l'arresto, da cinque a 15 giorni, oltre che un'ammenda, da 200 euro a 3 mila euro. Sono inasprite le pene nella prostituzione minorile: chi compie atti sessuali con minori in cambio di denaro, anche senza pagamento e anche solo promesso, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da 1.500 a 6 mila euro. Il provvedimento poi punisce con la reclusione da sei a dodici anni e con il pagamento da 15 mila a 150 mila euro chi recluta o induce alla prostituzione minorile o chi trae profitto, anche solo nelle forme di favoreggiamento, dalla prostituzione di minori. Se il minore ha meno di 16 anni, la pena aumenta di un terzo a due terzi. Vengono inoltre introdotte nuove norme (sarà emanato un regolamento entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge) per il rimpatrio di minori, non accompagnati, che si prostituiscono. L'obiettivo è il ricongiungimento del minore con la propria famiglia. Si tratterà di procedure accelerate e semplificate. Il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, ha assicurato che «non saranno rimpatriati quei minori per i quali non c'è convinzione di accoglienza nel proprio paese».

Carfagna: uno schiaffo al mercato. Il ddl varato oggi dal Cdm è «uno schiaffo durissimo al mercato della prostituzione, le toglie linfa», ha detto il ministro Carfagna.

Alfano: tuteleremo minori e sicurezza. «È un ddl equilibrato, la cui bussola è la tutela dei minori e della sicurezza in un quadro sanzionatorio più efficace e rispondente alle esigenze», ha aggiunto il ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Maroni: obiettivo più sicuerzza urbana. Il ddl contro la prostituzione si inserisce nelle iniziative avviate da tempo dal governo per la sicurezza urbana, ha detto il ministro dell'Interno. Maroni ha sottolineato che sul ddl c'è «la piena condivisione e sostegno del ministro e del ministero». L' obiettivo, anche percorso con i maggiori poteri assegnati ai sindaci, è quello di «mettere spazi a disposizione dei cittadini». In particolare, Maroni si è soffermato sul rimpatrio dei minori non accompagnati precisando che questa misura sarà definita in un provvedimento di attuazione. Ha quindi riferito che circa la metà delle persone censite nei campi rom sono minori non accompagnati e «spesso utilizzati nella prostituzione».

Save the children: preoccupa il rimpatrio dei minori. Save the Children critica il ddl contro la prostituzione: «Mette a rischio la tutela e protezione dei minori coinvolti nella prostituzione», dice. L'attenzione di Save the children, che ha inviato anche una lettera al premier Silvio Berlusconi, è sul rimpatrio assistito del minore. Questo deve «avvenire solo se corrisponde al suo superiore interesse e una volta fatte alcune valutazioni fondamentali. Il minore deve essere ascoltato e la sua opinione deve essere tenuta in dovuta considerazione. Lo Stato italiano poi ha l'obbligo di assicurare piena protezione a tutti i minori, compresi quelli coinvolti in attività di prostituzione, o vittime di sfruttamento. Nei confronti di questi minori, la valutazione dei rischi di persecuzioni e vendette, di stigmatizzazione va effettuata su base individuale. Prevedere quindi specifiche misure, addirittura accelerate e semplificate, per il rimpatrio assistito di minori è molto preoccupante e appare in contrasto con l'obbligo di tutela e promozione dei diritti dei minori».

Caritas: ddl controproducente. Bocciatura netta anche dalla Caritas, che definisce il divieto di prostituirsi in strada «inefficace e controproducente». Per Oliviero Forti, responsabile Caritas per l'immigrazione, togliere le prostitute dalle strade non fa che spostare il problema: «Portare l'attività nelle abitazioni alzerà il livello del conflitto, invece che abbassarlo. Basti pensare alla condivisione degli spazi condominiali. Inoltre, la prostituzione viene spostata in luoghi meno accessibili alle forze dell'ordine e agli operatori sociali». «Il lavoro che abbiamo svolto con il precedente governo - continua Forti - ha evidenziato che la prostituzione, più che un problema di ordine pubblico, è un problema sociale. Le risorse dovrebbero essere messe in campo contro gli sfruttatori: vanno avviati progetti a lungo termine, certamente meno popolari di quelli del governo». Come esempio virtuoso, Forti cita l'applicazione dell'art. 18 del testo unico sull'immigrazione che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno speciale alle vittime di sfruttamento che denunciano i trafficanti.

Le associazioni protestano. Oltre a Caritas e Save the Children, dicono no al ddl contro la prostituzione numerosi enti ed organizzazioni: Asgi, Gruppo Abele, On the road, Cnca, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Dedalus. La prostituzione - dicono - «non è una questione di ordine pubblico ma questione sociale. Quella in strada è esercitata spesso da persone con serie difficoltà economiche e sociali (anche italiane) o da persone discriminate che spesso non hanno alternative: occorre offrire loro possibilità di inclusione sociale, non colpirle. Le organizzazioni propongono di applicare l'articolo 18 del Testo Unico sull'immigrazione e la legge sulla tratta; formare gli operatori; ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa contro la tratta; promuovere il Numero Verde in aiuto alle vittime di tratta (800-290290).

Carfagna: mi fa orrore chi vende il suo corpo. Corso: anche lei lo ha usato. Polemiche sulle affermazioni del ministro Carfagna, che questa mattina ha detto: «Come donna impegnata in politica e nelle istituzioni, la prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo. Ma mi rendo conto che è fenomeno che esiste e che purtroppo non può essere debellato, come la droga», e va contrastato. Parole che hanno suscitato la reazione di Carla Corso, una delle promotrici del Comitato diritti delle prostitute, che dopo aver affermato che il ddl renderà «più invisibili le prostitute e più in balia degli sfruttatori», riferita al ministro Carfagna ha detto: eppure «la signora ha usato il suo corpo per arrivare dove è arrivata, facendo calendari. Basta aprire internet per vedere le sue grazie».

Di Pietro: convinti dell'emergenza, daremo il nostro contributo. Il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro ha detto di essere convinto che quello ella prostituzione di strada e minorile è un'emergenza: «Vogliamo leggere ed approfondire bene il contenuto del disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri - ha detto  -Quindi daremo il nostro contributo affinché questo ddl possa essere discusso ed esaminato, con gli emendamenti che eventualmente si rendessero necessari, in Parlamento».

Turco: manifesto ipocrita e perbenista. Il capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali della Camera, Livia Turco, definisce invece «il ddl Carfagna un manifesto ipocrita e perbenista, che non combatte lo sfruttamento e che certo non aiuta le donne ad uscire dalla prostituzione. Ancora una volta - afferma - si sacrificano i più deboli sull'altare della propaganda». Secondo l'ex ministro della Salute «l'unica cosa positiva sono le norme contro lo sfruttamento dei minori, che tuttavia non dovrebbero limitarsi alla mera espulsione, ma andrebbero accompagnate a programmi di reinserimento e recupero».

«Il ddl Carfagna è un mostro giuridico», ha detto l'ex deputato di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, commentando il disegno di legge sulla prostituzione: «La prostituzione non è un reato - spiega Luxuria - eppure il ddl Carfagna prevede, per questo, l'arresto e l'ammenda, ma solo per chi la "esercita" all'esterno». Secondo Luxuria, il ddl approvato oggi si occupa di «prostituzione con scambio di soldi e non di quelle per lo scambio di favori o per avanzamento di carriera. «Da ora - prosegue l'ex deputato di Rifondazione - ci si potrà prostituire solo al chiuso, in case con ingresso indipendente: una sorta di villini del sesso con prostitute chic che si vendono a prezzi alti». Per Luxuria, gli unici effetti del ddl saranno quelli di criminalizzare le lavoratrici del sesso e di riempire le carceri «di semplici persone che vogliono trascorrere momenti di piacere».

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11 settembre 2008

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