IN COLLABORAZIONE CON:
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI, PAESAGGISTICI, STORICI, ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI.
CON IL PATROCINIO DI:
OCCAM-UNESCO; REGIONE TOSCANA, PROVINCIA DI AREZZO, UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE, COMUNE DI AREZZO
Mostra-evento
"ARTI•GIA'•NATO E CULTURA DELL'AFGHANISTAN "
Sottosagrato Basilica di San Francesco
Arezzo
● LE IDEE ●
Pace in Terra
Dagli Altai all’Etruria
Etruschi e Afghani in cerca di comuni radici
Esiste un legame tra il popolo Etrusco e il popolo Afghano? Stando agli studi dell'etimologo Giovanni Semerano, le rotte tracciate dai nomadi dal Medio ed Estremo Oriente segnano il loro andare verso Occidente già migliaia di anni prima della nascita di Cristo. Seguendo le vie della transumanza i nomadi si spostarono fino ad arrivare ai territori che sarebbero diventati l'Etruria. L'incontro con le popolazioni locali potrebbe aver dato origine alla civiltà etrusca.
Gli etruschi furono fra i primi ad aver acquisito una consapevolezza estetica tale che, anziché sostenere la perfezione classica, stimola alla ricerca della differenziazione, della particolarità. Gli etruschi avevano dunque informazioni genetiche e culturali che hanno messo al servizio della propria evoluzione sociale. Pari diritti fra donne e uomini, cura della persona e del sociale, mille anni di pace.
Conoscere meglio i popoli di quelle terre lontane permette di scoprirne le tracce di radici comuni.
Oltre a questa suggestiva motivazione, il progetto che qui presentiamo risponde a un’esigenza di ordine più generale, ispirata agli obiettivi dell’Anno Europeo del Dialogo Interculturale voluto per il 2008 dall’Unione Europea. Conoscere storia, tradizioni, costumi dei popoli Afghani, per guardare a quella parte del mondo che vive in guerra da trent’anni e che prima di ogni altra – dopo gli Stati Uniti – ha pagato le conseguenze dell’evento che ha “cambiato la storia”, l’11 settembre 2001 . Un evento che evoca ai nostri occhi la ferita di Ground Zero ma non le migliaia di ferite che la guerra ha inflitto e ancora infligge all’Afghanistan: un paese che nei secoli è stato pressoché ininterrottamente terra di contesa e di conquista, politicamente instabile “per definizione”, che negli ultimi trent’anni ha conosciuto prima l’invasione sovietica e poi quella americana.
E quando parliamo di Afghanistan non parliamo delle forze belligeranti, e delle rispettive ragioni: parliamo, “semplicemente”, di popolazione civile: donne, bambini, uomini.
•Esposizioni•
La nostra volontà è quella di offrire una visione costruttiva di quella civiltà che, al di là delle guerre, è depositaria di una storia millenaria di arte e cultura, un sofisticato disegno creativo che si riscopre nelle fini produzioni che vanno dai tessuti ai feltri, dai gioielli alla lavorazione del vetro.
In un ambiente suggestivo come il Sottosagrato della basilica di San Francesco di Arezzo proponiamo l’esposizione di:
-I Feltri dei nomadi dell’Asia centrale
Esposizione di tappeti in feltro, il tessuto le cui tracce risalgono a 5000 anni fa. Per la sua semplicità di manifattura (lana cotta, pressata e non filata) il feltro dà origine agli altri tessuti. I tappeti esposti sono decorati con le più varie fantasie in base alle zone di provenienza.
-Tappeti di guerra dell’Afghanistan
La produzione dei tappeti di guerra inizia nel dicembre del 1979 con l'invasione dei russi e sono delle vere pagine di storia scritte nodo dopo nodo da ex pastori nomadi che cercano di raccontare a se stessi e al mondo la realtà che li circonda. Le immagini intessute raccontano come fumetti la realtà storica contingente. Sono un punto di rottura con la tradizione millenaria della cultura della tessitura musulmana.
- I Fazzoletti della Via della Seta
Esposizione di preziosi fazzoletti ricamati a mano utilizzati per avvolgere il Corano. La produzione di questi piccoli capolavori si è interrotta nel ’79 con l‘occupazione sovietica. L’unicità degli oggetti ne sottolinea il valore storico e antropologico.
-I Pachwork dell’Asia Centrale
Tra le svariate tipologie di tessiture prodotte nel secolo scorso dai numerosi gruppi tribali del nord Afghanistan gli arazzi a toppe o “patchworks “ sono quelli che meglio rappresentano la straripante creatività e l’insuperata maestria delle tessitrici nomadi con gusto estremamente raffinato hanno saputo assemblare antichi frammenti di tessuti ikat in seta, cotoni stampati importati da Samarcanda, frammenti di antichi suzani, broccati e velluti di epoche precedenti cuciti in geometrie di quadrati riuscendo a disciplinare le combinazioni di colori e disegni in insiemi compatti.
-L’Abbigliamento e la casa delle donne afghane
Esposizione di una vasta rosa di abiti di alcune etnie afghane o della via della seta finemente ricamati e adornati da preziosi copricapi, collane, spille e pendenti abbelliti da lavorazioni con simbologie berbere.
-I Vetri di Heràt
Oggetti d’uso dai colori splendenti dell’antica capitale afghana Heràt soffiati a bocca secondo un’antica tipologia di produzione risalente ai fenici. Questa particolare produzione del vetro si interrompe nel ’79 con l’occupazione sovietica rendendo questi pezzi assolutamente irripetibili nel loro genere.
-I Volti dell’Afganistan che resiste. Appunti fotografici di Debora Picchi
Fotografica.
Orari di apertura:
ore 10-12,30/16-20
ven. sab. dom. e festivi ore 10-12,30/16-22
•Attività Collaterali•
Proponiamo un approccio trasversale delle forze che operano in Afghanistan: Giornalisti, Studiosi, Viaggiatori, Associazioni ecclesiastiche, Esercito Italiano, pubbliche Amministrazioni, Provveditorato agli Studi, Unesco, Associazioni di volontariato, Associazione Cisda (Comitato Italiano Sostegno Donne Afgane-Onlus).
Il messaggio di Pace passa dunque dalla conoscenza, dal fortificare la coscienza che la diversità sia il patrimonio che permette in natura l’evoluzione dell’uomo, dall’Arte- cioè quella capacità espressiva inscritta nel codice genetico dell’essere umano che attraverso l’Artigianato gli permette di ri-conoscersi nella comunità.
Nei giorni della mostra è previsto:
-progetto didattico
Esposizione nelle scuole del territorio aretino della mostra:
Incontri in Afghanistan…
Fotografica. Immagini di: lavorazione del pane, mestieri, militari e afgani, volti, bambini dell’orfanotrofio di Kabul, assistenza sanitaria, vita di tutti i giorni.
IMMAGINI GENTILMENTE CONCESSE DALL’ESERCITO ITALIANO
L’esposizione della mostra parte dal Liceo scientifico di Arezzo e circuiterà nelle scuole medie inferiori, superiori e Università per tutto l’anno scolastico.
Si prevede lo sviluppo del progetto di in-formazione e di collaborazione con le scuole in basato sulla valorizzazione delle eccellenze personali e sulla specificità della scuola.
Nei giorni di manifestazione, durante la mattina, sono previsti incontri con gli studenti delle scuole elementari, medie inferiori, superiori e università con:
Ilario Nocentini: Assessore all’Innovazione con delega alla Pace- Comune di Arezzo
Off Grid- L’innovazione tecnologica come strumento di Pace
Silvia Martini: docente Globalità dei Linguaggi- Università Tor Vergata
Di-Segni: incontro interattivo su archetipi e simboli negli elementi di decorazione
Felice Brunetto: Collezionista e Viaggiatore
Storie di un viaggiatore
Francesco Vasarri: Poeta estemporaneo
Ottava Rima o Rap?
•IL PROGRAMMA•
GIOVEDI 4 DIC.
ore 11 conferenza stampa
SABATO 6
ORE 11
- INAUGURAZIONE con le Autorità
- PRESENTAZIONE PROGETTO NO•MAD 2009 ai rappresentanti degli enti, ai media, alla cittadinanza
- ANTEPRIMA CORTOMETRAGGIO NO•MAD 2008:
‘Pace in Terra- dagli Altai all’Etruria’ sull’attività svolta in occasione della manifestazione ‘Mille Splendidi Aquiloni-estate 2008’ a cura della ‘Rossellini Film & TV’
ORE 18
incontro con l’autore: scrittrice e giornalista Marika Guerrini: ‘parlando di Afghanistan ”
Domenica 7
Ore 16
proiezione documentari sulla deputata afgana Malalai Joya
ore 17,30
Incontro sul tema:
Off Grid- Le Nuove Tecnologie come Strumenti di Pace con:
- Ilario Nocentini, Assessore Comune di Arezzo alla Innovazione con delega alla Pace
- Debora Picchi (rappresentante CISDA Comitato Italiano Sostegno Donne Afgane)
- Maria Omodeo (rappresentante COSPE)
- Emiliano Cecchini (Fabbrica del Sole)
VENERDI 12
ore 17,00
incontro con padre Giovanni Serrotti
"Qui dal Medioriente"
Testimonianze missionarie
SABATO 13
Ore 17,30
incontro con una rappresentante CISDA Comitato Italiano Sostegno Donne Afgane
tema: "giustizia e giustiziate"
DOMENICA 14
Ore 17,30
Incontro intervista sul tema:
Ritorno a casa: Zehedan (Iran) – Gurhiau (Afghanistan)
Con Carlo Pasquini
GIOVEDì 18
ore 20,30
ristorante Buca di S.Francesco: "il sale sulla coda" cena afgana a numero chiuso, prenotazione entro domenica 14
VENERDì 19
ORE 17.30
Asta di beneficenza "MECENATE DOCET" opere d’arte donate alla no•mad, manufatti afghani, oggettistica.
Battitore d’asta Francesco Rossi
SABATO 20
ore 21
Aiòn
incontro di poesia e musica persiana con Faradh e il cantore di abbracci di pace Hassan Kamali
DOMENICA 21
ORE 12,30
piazza San Francesco
'L'ottava Rima e il Muezzin'
con Mauro Tiberi e Francesco Vasarri
ORE 18.30
Basilica di San Francesco:
Concerto-Incontro “per un natale di pace”:
Canti Misterici Canti cristiani d'oriente e meditazioni per coro armonico.
La suggestione dei canti bizantini all'alba della cristianità.
con il M° Mauro Tiberi
VENERDI’ 12
VENERDI’ 19
ore 16
-visite guidate delle mostre con Felice Brunetto
Sovescio Manifesto:
OGGI SI PARLA DELLA PACE E SI FA LA GUERRA
URGE PARLARE DELLA GUERRA E FARE LA PACE
Certi che la conoscenza culturale e la valorizzazione della Persona siano il presupposto di una cultura di Pace, appoggiamo i progetti di alfabetizzazione delle donne e dei bambini di Kabul.
NO•MAD
Associazione Culturale NO•MAD
sede legale Sansepolcro via dei servi 1 www.no-mad.it tel.347 001891